

Il nome Si ritiene derivi dall'aggettivo letino verna, ossia "del luogo", "indigeno".
Quindi il nome del paese sarebbe legato al suo prodotto più celebre, la vernaccia, il vino locale.
Il toponimo deriverebbe secondo altri dal prediale latino Vulnetia, che designerebbe una famiglia proprietaria di fondi.
• 1080, la prima citazione del borgo risale ad un atto di donazione di Alberto IV Rufo, nipote di Adalberto II degli Obertenghi, redatto in castro Vernatio, cioè nel castello di Vernazza.
• 1207, i signori di Vernazza si sottomettono a Genova.
• 1242, gli abitanti di Vernazza respingono le truppe dell'imperatore Federico II guidate dal vicario Oberto Pallavicino.
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• 1310, prima testimonianza della chiesa di S. Margherita di Antiochia.
• 1874, è completata la linea ferroviaria Genova-La Spezia che rompe l’isolamento secolare del luogo.
• 1997, Vernazza con gli altri quattro paesi delle Cinque Terre è dichiarata dall’Unesco “patrimonio mondiale dell’umanità”.

Arrivando dal mare, la piazzetta di Vernazza ci viene incontro allargando le braccia.
Sbarchiamo, e il porticciolo dove già i Romani venivano a caricare le anfore di Vernaccia, sembra richiudersi su di noi per ripararci dai venti marini ed accoglierci dentro "u cantu de musse", l'angolo delle chiacchiere: ancora così si chiama questo slargo dove, in faccia al Mediterraneo, la vita può ritornare alla sua dimensione più vera, quella dell'abbandono, della confidenza. Su questa piazza c'è una chiesa che pare sfidare i flutti del mare.
Dedicata a S. Margherita di Antiochia, è stata costruita nel
Splendido è il tabernacolo gotico (sec. XV) di autore ignoto, sul lato destro dell'abside. Insieme alla chiesa, incornicia il porticciolo il cilindrico torrione d'avvistamento dell'antico castello Doria che, con il torrione quadrato, è quanto resta delle antiche fortificazioni genovesi in funzione anti-corsara.
Per il resto, Vernazza, oltre alle tipiche case a schiera dei borghi marinari, germogliate l'una dall'altra in funzione difensiva, presenta nella parte alta dell'abitato loggiati, porticati, vicoli stretti e ripidi sormontati da archi collegati con scale che conducono ad altre scale.
I carruggi illuminati dal sole e le case sembrano quasi bramare l'acqua, sporgersi e tuffarsi dentro di essa.
Dalla piazzetta si diramano sentieri tra i più belli delle Cinque Terre, in particolare quelli che conducono al santuario della Madonna di Reggio, sorto nel sec. XI, con la sua Madonna nera che si vuole portata dai Crociati, e a quello di S. Bernardino, da cui si gode un panorama che spazia dalla Corsica alle Alpi Marittime.
Nel borgo di Corniglia, raggiungibile attraverso un sentiero panoramico, è da vedere la chiesa di S. Pietro (1334) di aspetto gotico-ligure, con fonte battesimale del XII sec. e facciata con rosone in marmo bianco di Carrara. Intorno, vegetazione mediterranea, cielo, mare e la chiara felicità della riviera.
Il prodotto del borgoSulle caratteristiche terrazze strappate alle rocce e ai dirupi, da secoli i contadini coltivano vigneti a pergola che danno ottimi vini: i Doc sono il bianco Cinque Terre e lo Schiacchetrà, il passito più famoso d'Italia, di limitatissima produzione.
Il territorio produce anche olio extravergine d'oliva Dop e profumati limoni.
Le trofie al pesto. Le trofie sono una pasta di farina di frumento (o di castagne) a forma di cavatappi, una via di mezzo tra le pultes (polentine) degli antichi romani e i più compiuti spaghetti.
Anche il pesto è condimento antico e solare: basilico, olio purissimo, pinoli, maggiorana, formaggio grattugiato.
Al momento non sono pervenute segnalazioni per questo Borgo.Si prega consultare il Sito Web del Borgo
www.comune.vernazza.it